Mi scuso se non posso essere piu' preciso sui luoghi per quanto concerne l'Aquila Reale, osservata e seguita da oltre 20 anni. Purtroppo il periodo di nidificazione dell'aquila reale é sempre molto critico, e uno di questi pericoli é il disturbo antropico diretto, in poche parole di dilettanti fotografi naturalisti che, ignorando del tutto o quasi la delicata biologia di questo rapace, fanno avvicinamento pensando magari a passate esperienze con foto di stambecch o marmotte... con l'aquila non é la stessa cosa, in un rapace cosi diffidente e sospettoso è facile immaginare le conseguenze.
Basta pensare la difficolta di avere delle discrete immagini riprendendola al volo.

Nel caso delle mie fotografie, per quanto concerne le tecniche di ripresa, non mi sono mai avvicinato a meno di 280 mt dal nido seppur scattando le immagini con NIKON D 100 e focali dal 500 mm al 800 LEICA, cercando di sfruttare al meglio sia le ottiche usate, sia la possibilità che offre la fotografia digitale nel rendere immagini leggibili, quando per tanti motivi  non sarebbe stato possibile con la fotografia tradizionale, per foto piu' ravvicinate nel caso di quella al nido con giovane ormai prossimo all'involo, quindi con rischi per la buona riuscita della nidificazione ormai con rischi relativi, viene usato non sempre il radiocomando.

Comunque, dopo 35 anni piu' o meno di fotografia bella o brutta, puntare l'obbiettivo su qualsiasi soggetto che il nostro ambiente ci offre, le nostre bellissime praterie alpine ci propongono, è sicuramente un piacere, ma garantisco che ogni volta che mi trovo a focalizzare l'obiettivo su questo meraviglioso rapace, anche dopo 20 anni che seguo questa meravigiosa creatura, trema ancora la mano...e' difficile riuscire a fare un  primo piano di un' Aquila Reale ma e' dal suo sguardo cosi minaccioso e, nel contempo, cosi fiero da renderla cosi maestosamente unica, che ci rendiamo conto che nell'ecosistema montano, Lei ha qualcosa di diverso, di unico... come tutte le   " Regine "!