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Domenica 22 sono salito con mio padre alla Baita Armentarga sopra Carona, e le sorprese sono iniziate subito all’imboccatura del sentiero/strada carrale che da Carona si inoltra nel bosco e comincia la sua ascesa verso il borgo di Pagliari: immediatamente mega slavina sul percorso che ha travolto tutto, alberi, terra, sassi tutto finito a valle nel sottostante neonato Brembo. Persino il Crocefisso ed i cartelli segnaletici CAI non sono stati risparmiati ed attenderanno la primavera ammaccati e ricurvi. Tutta la prima parte del percorso sino a Pagliari e fin su alla cascata della Val Sambuzza era cosparsa di piccoli e grandi scarichi di neve, ma anche proseguendo le masse bianche che si vedevano a monte non mi lasciavano un granchè tranquillo. Più su solita altra grande slavina dalle pendici del monte Masoni che partita quasi dalla cima si è scaricata senza freni fino al fondo della vallata. Raggiunta la Baita e constato che anch’essa è sepolta dalla neve insieme a tutto ciò che la circonda, ci siamo concessi il solito panino e goduti il silenzio più assoluto, senza nemmeno il rumore dello scorrere dell’acqua essendo anche il Brembo ammutolito dall’inverno.
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