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Valle e ghiacciaio del Forno dal Passo del Maloja (Svizzera) il 23 giugno 2016 Siamo andati, su proposta dell’amico Gabriele, frequentatore di valli, ghiacciai e rifugi delle Alpi Retiche, a scoprire un ghiacciaio relativamente poco conosciuto (in confronto a quelle vere e proprie celebrità che sono il Roseg o il Morteratsch) ma incredibilmente suggestivo. Il ghiaccio del Forno, da non confondere con quello dei Forni (Valfurva – Italia), si trova integralmente in territorio svizzero, e si raggiunge partendo in prossimità del Passo del Maloja, passando dalla Val Bregaglia. Il percorso è chilometricamente lungo , ma ricco di numerosi punti di grandissimo interesse naturale. PERCORSO: Ultimo tornante per il Passo del Maloja 1800 m circa > Lago di Cavloc 1907 m (h 1,00 – T) > Plan Canin 1982 m ( 0.30 - E) > Ghiacciaio del Forno 2300 m (h 1.30 –E) > Fronte e bocca ghiacciaio del Forno, 2350-2300 m (h 1,00 – EE) > Ghiacciaio del Forno 2300 m ( h 0.30 EE) > Plan Canin 1982 m ( h 1.00 E) > Lago di Cavloc 1907 m ( h 0.30 E) > Parcheggio punto partenza (1815 m (h 1,00 – T) Complessive ore 6/7 (in relazione al passo di camminata) Dislivello positivo: 1031 m / Perdita in elevazione:-1064 m Difficoltà E – EA nel percorso alto al fronte del ghiacciaio Distanza. KM 17,66 23 giugno 2016, giornata estiva annunciata e goduta splendidamente ! Siamo in quattro Gabriele, Prisca con Stelina, Sara ed io. Per la prima volta andiamo al ghiacciaio del Forno ! Risalita la Val Chiavenna, entriamo in Val Bregaglia, che percorriamo in tutta la sua lunghezza, passando a metà percorso il confine italo-svizzero (ricordarsi carta d’identità) e risalendo, al suo termine, al Passo del Maloja (1815 m), che non raggiungiamo, perché usciamo, all’altezza dell’ultimo tornante, a destra su una strada che porta immediatamente all’imbocco della Valle del Forno, con ampio parcheggio gratuito, fornito di servizi. Tempo del viaggio in auto: da Milano ore 2.30, da Bergamo 2 circa. Parcheggiata l’auto, prendiamo la sterrata che conduce al Lago di Cavloc (1907 m) , per raggiungere il quale abbreviamo un po' seguendo il sentiero-mulattiera. Dopo una sosta d'obbligo al lago, di fiabesca bellezza, proseguiamo quasi in piano nella lunga valle fino a Plan Canin (1982 m), attraversando splendide pinete di pino cembro. Da qui entriamo nella lunga Valle del Forno, che risaliamo fino a giungere alla base del Ghiacciaio del Forno (2300 m), dopo circa tre ore di cammino. Qui sostiamo per il pranzetto al sacco e un po’ di relax in favoloso ambiente alpino. Rifocillati e ristorati, raggiungiamo il ghiacciaio del Forno, risalendo il primo impegnativo (EE) ripido tratto del sentiero che porta al rifugio Capanna del Forno (2574 m), giungendo a circa 2350 m di quota, da dove possiamo ammirare ormai in quasi tutta la sua estensione la lunga lingua del ghiacciaio, che si stende discendente dalle granitiche vette alpine, sembra di avere davanti una delle lunghe lingue glaciali Hymalayane. Ci abbassiamo quindi alla base del fronte e ci avviciniamo alla bocca dalla quale esce ben gonfio d’acqua di fusione il torrente glaciale Orlegna, che, mentre salivamo la valle, avevamo visto scendere in rapide fragorose gonfio d’acqua carica di loess (finissima sabbia chiara). Il ritorno al punto di partenza, lungo e sfiancante come la salita, lo facciamo percorrendo in senso inverso il sentiero dell'andata. Bellissima escursione che ci ha permesso di vedere per la prima volta dal vivo, in una splendida limpida giornata estiva, una bellissima valle glaciale alpina col suo ghiacciaio, visitato specie nella sua parte terminale, quella del fronte e della bocca in un periodo di elevata fusione glaciale con fuoruscita di grande massa d’acqua. Grazie, Gabriele, per averci portato ! |
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