E’ la prima volta che sia io che gli amici Gabriele e Prisca saliamo sulle montagne soprastanti Gorno, alla Baita e al Monte Golla e baite bivacchi circostanti.
Il cielo è nuvoloso, ma confidiamo di non prendere l’acqua, come infatti sarà.
Dal paese di Gorno, seguendo le indicazioni “rifugi alpini” / “aree minerarie” saliamo con l’auto per stradetta asfaltata alla loc. Alpe Grina (1115 m).
Poco oltre il divieto di transito, a sinistra lasciamo l’auto in uno slargo della strada.
Nelle vicinanze imbocchiamo sulla destra il sentiero CAI 260, che nel primo tratto sale in comune col sentiero 263 , come indicato sui cartelli che per tutto il percorso numerosi, chiari e con dettagliate indicazioni ci guideranno egregiamente nel percorso.
Giungiamo ben presto alla “Pozza de Fornàs” (1163 m) e, successivamente, al bivio dove i sentieri 260 e 263 si dividono, immersi in una colorita estensione di grandi cespugli di rosa canina.
Guidati dalla segnaletica verticale saliamo a destra, giungendo prima alla Forcella Bassa (30’ dalla partenza, 1306 m) e poi alla loc. “òl Garibaldi” (1320), caratterizzata da una malconcia costruzione al margine superiore del prato che un tempo dava riparo a pastori e mandriani.
Guidati dai segnavia bianco-rossi proseguiamo e, attraversando un bosco di conifere intervallato da amene radure, giungiamo al bivio per il Bivacco Telini.
Sul percorso incontriamo fioriture di tante varietà di fiori, come botton d’oro, anemoni naecissiflora, pulsatilla alpina,…
Ignorando il bivio proseguiamo dritti giungendo ad una zona caratterizzata da stupendi faggi secolari dove il bosco, subito dopo, cede il passo agli ampi pascoli della Baita Foppelli (1608), visibile in alto di fronte, preceduta da una pozza.
All’altezza della rustica costruzione, il sentiero 260 compie una decisa svolta a destra risalendo in traverso al crinale, dove giace la grande pozza per l’’abbeverata del bestiame chiamata “Posù”.
Seguendo l’ampio costolone erboso e con un ultimo traverso a mezzacosta a dx, raggiungiamo dopo oltre 2 h di cammino dalla partenza la Baita Golla del CAI di Leffe (1756 m, con locale invernale sempre aperto) con a fianco una bella cappelletta della Madonna.
Bella la festa di chiusura del rifugio ogni quarta domenica di settembre.
Il cielo nuvoloso ogni tanto ci concede spere di sole mentre sostiamo per il pranzetto al sacco, battezzato alla fine da un goccio di gustoso liquore al ginepro di Prisca.
Confidando in possibili aperture del cielo puntiamo al Monte Golla.
Imboccato il sentiero 262 saliamo in circa mezz’oretta alla Bocchetta di Golla (1903 m) dove spere di sole ci incoraggiano a salire sulla cima del Monte Golla (1983 m, a 45’ dalla Baita Golla) imbiancata da distese di anemone narcissino.
Il cielo intanto si apre, lasciando vedere alcune montagne vicine, come cime Grem, Foppazzi, Valmora, mente il Pizzo Arera rimane purtroppo ingabbiato tra le nuvole.
Sostiamo un bel po’ per poi decidere, visto il miglioramento del meteo, di salire anche sulla cima di fronte del Matto del Golla (1941 m).
Scesi quindi alla Bocchetta del Golla, risaliamo in 10’ alla rustica croce di legno del Matto, da dove possiamo vedere il versante ovest del Monte Golla in tutta la sua estensione.
Scendiamo a vista verso il Bivacco Mistri, seguendo tracce di sentiero che si sviluppano in una zona molto interessante dal punto di vista geologico per la presenza di vistosi fenomeni carsici, come grandi doline e pozzi carsici, tra cui uno molto profondo, voragine di cui non si vede il fondo !
Sempre a vista di dosso in dosso su pratoni ci abbassiamo fino ad agganciare il sentiero 263-223 all’altezza del Bivacco Mistri (1790 m), dove sostiamo brevemente.
Seguendo poi il ben segnato sentiero 263 ci abbassiamo in morbida discesa all’accogliente recente Bivacco E. Telini (1647 m), con locale invernale sempre aperto a rifugio degli escursionisti in caso di bisogno, con a lato una bella suggestiva Madonnina, che, posta sull’alto di una bella struttura metallica, domina e protegge la Valle del Riso sottostante.
Scendiamo quindi sul sentiero 263 all’Alpe Grina, abbassandoci di quota con gradualità, attraversando prima una bellissima abetaia tra verdi pascoli in zona Forcella Alta (1440 m), poi il bosco ed infine la zona pascoliva con distese di rosa canina fino a chiudere l’anello quando il 263,
si unisce al 260, riportandoci all’Alpe Grina, dove abbiamo lasciato l’auto.
Bellissima escursione che ci ha fatto conoscere, percorrendo sentieri ben curati e segnalati, salendo senza alcuna difficoltà su belle cime e passando da baite-bivacchi ben tenuti.
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