2° giorno:
> Sentiero Alto 302 EEA > Ol Simàl (2712 m) > Lago di Coca (2108 m) > Rif. Merelli al Coca (1892 m) > Valbondione (900 m)
Difficoltà: E/EE/EEA
Distanza : Km. 17
Tempi: Fiumenero > Rif. Brunone : segnalate sui cartelli 4 ore ( quasi 5 con le due lunghe deviazioni per valanghe)
Rif. Brunone > Rif. Coca : segnalate h. 3.30
Rif, Cona > Valbondione : segnalate h. 1.45
I nostri tempi hanno superato quelli segnalati sui cartelli CAI.
Dislivello complessivo : 2100/2200 m (comprese deviazioni obbligate, numerosi forti saliscendi specie sul sentiero attrezzato 302)
Siamo in 6 : Maria Grazia, Carmen, Debora, Massimo, Renato ed io.
Parcheggiata l’auto al ‘Parco Giochi’ di Fiumenero (795 m), frazione di Valbondione in Alta Val Seriana , alla fine del paesello provenendo da Bergamo, imbocchiamo il sentiero 227-1, consigliatoci in alternativa al normale 227, che parte accanto al piccolo cimitero all’inizio del paesello.
Lo percorriamo di buona lena su tranquilla strada gippabile fino ad incontrare una centralina di presa d’acqua, da dove non troviamo come poter proseguire.
Valutato che per proseguire sul 227/1 dovevamo deviare sulla dx un bel po’ prima, guadiamo il sottostante torrente e, risalendo un ripido canalino, sul lato opposto della valle passiamo sul sentiero 227. (Per chi non conosce bene il 227-1 si consiglia di partire da Fiumenero sul 227 in località cimitero per non trovarsi poi in difficoltà, come successo a noi !).
Saliamo ora alla sinistra del torrente Fiumenero sino ad incontrare la conoide del Campiol, punto terminale del profondo e selvaggio vallone della Valsecca,che culmina, in alto all’omonimo passo, tra Pizzo Poris e Diavolino.
A quota 1125 m circa , grazie ad un solido ponticello passiamo sull’altro lato della valle., dove incrociamo il tracciato , segnavia 227-1, che noi avevamo percorso per un tratto e poi smarrito.
Ci inerpichiamo per pochi metri nel bosco per poi procedere con pendenza regolare , costeggiando a destra nere e lisce placche rocciose con spettacolari cascatelle d’acqua e avendo sotto, a sinistra, il rumoroso torrente.
Dobbiamo superare a questo punto una prima lunga deviazione dovuta ad una enorme valanga, che ha trascinato a valle con sé il corso normale del sentiero; risaliamo in alto per poi scendere in basso a riprendere il sentiero sull’altro lato del canalone da dove è scesa la valanga, i cui resti sono ancora ben visibili.
Poco più avanti dobbiamo superare una seconda deviazione, di minor difficoltà rispetto alla prima.
Tra boschetti e radure con ampio giro verso destra, lasciato a sinistra il detritico Piano di Campo, risaliti un bel po’ in quota, passiamo su una passerella metallica semimascherata da balze erbose che supera una cascata originatasi dal torrente che scende dalla Valle dell’Aser nella quale ci stiamo addentrando (1500 m circa ).
Ora, guardando a sinistra (ovest) , osserviamo la mole del Pizzo del Diavolo di Tenda, coperto da nebbia, digradante a destra verso il Pizzo dell’Omo e del Salto e a sinistra verso la cima del Pizzo Poris.
Siamo nella Valle dell’Aser, dove , su un ponticello di legno, guadiamo il torrente , che ci porta sul lato destro orografico (nostra sinistra).
Guadagniamo quota, risalendo su numerosi tornanti, mentre il terreno diviene sempre più sassoso.
Intanto purtroppo le nebbie si sono impadronite delle cime non più visibili, mentre con un ultimo sforzo saliamo ad incrociare, tra le greggi, il ‘Sentiero delle Orobie’, proveniente dal Rif. Calvi .
Seguendo il tracciato verso destra tra roccette ed erbe raggiungiamo l’accogliente Rif. Brunone (2295 m).
Non possiamo salire, come nostra intenzione al Passo della Scaletta e al Pizzo Brunone.
Ci rilassiamo, ci ristoriamo, rimaniamo in rifugio perché fuori la nebbia ha abbassato la temperatura e fa freddo.
Concludiamo la prima giornata con una buona cena in compagnia con brindisi al Genepì !
Verso la tarda serata le nebbie si diradono e ci consentono di intravvedere un po’ di panorama verso i Diavoli.
La mattina seguente, alzati di buon’ora, fatta colazione, salutati gli amici del rifugio, ci avviamo sul Sentiero Alto- 302 – EE/ EEA per ‘Ol Simàl’ e il Rif. Merelli al Coca.
Il cielo è nuvoloso, con scarsi spiragli di luce e di sole.
Procediamo quindi in direzione est con percorso abbastanza pianeggiante, lasciando prima sulla destra il sentiero 330 (sentiero delle Orobie variante bassa) e, poco dopo, sulla sinistra il sentiero 252 (verso il Pizzo Redorta).
Iniziamo a salire verso le pareti del Pizzo Redorta, versante che sembra inaccessibile visto da questa parte.
Con ripida salita a tornanti rimontiamo il ghiaione e attraversiamo in alto, sulla destra, lungo una cengia rocciosa, fino a scavalcare una facile bocchetta che immette nell'alto circo della vedretta dei Secreti.
Intanto il cielo ci concede qualche breve schiarita che ci incoraggia a procedere, ma sarà per poco perché la nebbia poi ci accompagnerà finoa al Lago di Coca! Attraversiamo la vedretta carica di neve per salire alla sella dei Secreti e scendere sul versante opposto.
Dopo un tratto pianeggiante (sulla destra scende il sentiero 334) risaliamo anche su tratti innevati fino alla forcella denominata "Ol Simàl", (2712 m) il punto più elevato di tutto il Sentiero delle Orobie e della nostra cavalcatina tra i Giganti Orobici.
Scendiamo poi con molta attenzione un ripido canalino franoso su percorso attrezzato (EEA)per attraversare poi la testata della val di Foga e proseguire verso est fino all'intaglio del Forcellino.
Scendiamo infine per un canale roccioso e poi per un malagevole pendio di ghiaie ed erba.
Con una serie infinita di saliscendi e con impegnativi tratti attrezzati (EEA) sbuchiamo, finalmente, al di sopra della conca del lago di Coca.
Ci abbassiamo allo specchio blu intenso del Lago di Coca (2108 m), mentre qualche breve apertura delle nuvole ci permettono di ammirare, nel contesto del sottostante circo glaciale del lago, la mole possente del Pizzo di Coca col Dente e il Passo, nonché la Bocchetta dei Camosci. Qui incontriamo begli esemplari di stambecchi maschi adulti e di camosci.
In breve, percorrendo la valle, ci abbassiamo all’accogliente Rifugio Merelli al Coca (1892 m), da dove, dopo sosta per un meritato ristoro, scendiamo sul sentiero 301 a Valbondione, dove sono ad aspettarci le amiche Prisca e Raffaella (di Gromo San Marino) che con le loro macchine ci portano al parcheggio ‘Parco Giochi’ di Fiumenero, dove avevamo lasciato le macchine.
Bellissima escursione, impegnativa, soprattutto nella seconda giornata , che siamo riusciti a condurre a termine con fatica fisica sì, ma con tanta gioia interiore per la condivisione di momenti emozionanti, dove il cuore batte forte, ma ti senti vicino quello degli amici, su percorsi impegnativi, attrezzati e ‘divertenti’, nonostante la nebbia .sia stata in nostra compagnia per troppo tempo !
Grazie, amici d’escursione, dell’ottima compagnia !