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Da Ceresola di Valtorta salita ai Piani di Bobbio (Rif. Lecco) e allo ZUCCO BARBESINO (2152 m.) venerdì 2 giugno 2017 Lo Zucco Barbesino sorge a sinistra del più blasonato Zuccone Campelli. L’intero anfiteatro del Campelli, di cui anche lo Zucco Barbesino fa parte, ha pareti dall'aspetto chiaramente dolomitico, con la possibilità di osservare numerose doline, torrioni e altri punti di notevole interesse geomorfologico. Belli i contrasti tra il colore verde dei prati e il grigio emergere delle rocce. Lo Zucco Barbesino è un ottimo balcone per ammirare soprattutto i vicini bastioni del Campelli e dello Zucco Pesciola. Per la maggiore facilità di accesso rispetto al Campelli, quindi, risulta essere la meta più indicata per chi volesse avvicinarsi per la prima volta a questo massiccio scosceso e severo, vicino al comprensorio sciistico dei Piani di Bobbio. Percorso: Piani di Ceresola (parcheggio-piazzale col Rif. Trifoglio, 1350 m) > Stradetta-scorciatoie > Piani di Bobbio-Rif. Lecco (1780 m) > Sentiero con partenza all’altezza dell’arrivo della nuova seggiovia dei Camosci > Zucco Barbesino (2152 m) > Discesa seguendo in senso inverso il percorso di salita Difficoltà a livello escursionistico con brevi passaggi su facili roccette Venerdì 2 giugno 2017, la mia terza salita sullo Zucco Barbesino, stavolta in compagnia degli amici Debora e Max che salgono in Barbesino per la prima volta ed io felice di guidarli. Parcheggiata l’auto ai Piani di Ceresola di Valtorta (Rif. Trifoglio, 1350 m)...piove, che facciamo? Temporeggiamo al baretto per un caffè in attesa che smetta di piovere. E infatti poco dopo la pioggia cessa e le nuvole si diradono. Se pur nell’incertezza meteo partiamo fiduciosi nelle buone previsioni annunciate. Imbocchiamo la stradetta per i Piani di Bobbio, che utilizziamo solo per brevi tratti, preferendo seguire i sentieri-scorciatoie che seguono il tracciato erboso della pista di sci. Saliamo in circa un’oretta ai Piani di Bobbio da dove, superato sulla sx il Rif. Lecco (1780 m), raggiungiamo il casello dell’arrivo della nuova seggiovia ‘Camosci’ nell’omonima valle. Qui imbocchiamo sulla sinistra il sentiero (non segnalato, ma facilmente riconoscibile ) per lo Zucco Barbesino che in breve ci porta sull'orlo di una grande dolina dove inizia lo spettacolo sui fianchi erbosi del Barbesino di estese fioriture di bianchi anemone narcissini. Da qui in avanti il sentiero, mai troppo ripido, si trasforma in una serie di labili tracce da individuare e seguire con attenzione tra prati e rocce. Sullo spallone il sentiero sparisce per un attimo nell'erba, ma poi ricompare ben visibile, segnalato da abbastanza evidenti segnavia bianco-rossi. Man mano saliamo I panorami si allargano sempre di più e siamo talmente presi dalle foto che la nostra velocità di salita rasenta quella delle lumache. Superiamo un paio di lunghi dossi passando tra i pinnacoli rocciosi di una caratteristica valletta. E allora su ancora un pezzettino e poi un altro ancora, mentre le nuvole in cielo vanno e vengono e anche se si sente lontano qualche tuono, noi proseguiamo abbastanza spediti fiduciosi di arrivare in vetta asciutti e contenti! E così avviene. Arriviamo sulla cresta sommitale: un paio di passaggi un po’ impegnativi, ma ampiamente fattibili. Pochi metri di prato e siamo sulla cima, segnalata da un modesto omino di sassi! Minuscolo, ma almeno permette di identificare il punto più alto della vetta a quota 2152 m. Alla croce di vetta mancante pensa Debora a costruirla con i bastoncini ! Di fronte a noi il gemello-dirimpettaio Zuccone Campelli (2159 m) dove si distinguono numerosi escursionisti accanto alla croce di vetta. Siamo sul balcone migliore per ammirare gli imponenti bastioni del più blasonato Zuccone dei Campelli che si staglia davanti a noi. Contenti Debora e Max di essere saliti per la prima volta in Barbesino, contento io per averli accompagnati. Le foto di salita e di vetta non si contano. Non possiamo fermarci a lungo perché le nuvole sono ancora scure e minacciose, per cui ci abbassiamo fino a poco sopra la grande dolina, dove, apertosi un po’ il cielo anche con un bel caldo sole, ci fermiamo per un bel pranzetto al sacco in allegra compagnia con vista sui Piani di Bobbio da un lato verso la Corna Grande e il Pizzo Tre Signori e dall’altro verso le Grigne. La giornata prosegue con lenta discesa verso il Lecco, dove sostiamo per un brindisi con un buon bicchierino di genepì. Ristorati e rilassati facciamo ritorno ai Piani di Ceresola seguendo in senso inverso il percorso di salita, che raggiungiamo non senza beccarci un leggero scroscetto di pioggia, simile a quello che ci aveva colto alla partenza. Quindi escursione battezzata dall’acqua all’inizio e alla fine, ma svoltasi bene, anche se con nuvole che non ci hanno permesso buona visibilità e bei colori sugli splendidi panorami dallo Zucco Barbesino. Chiudiamo l’escursione contenti di essere partiti la mattina, nonostante un breve scroscio di pioggia alla partenza. Escursione facile ma non banale, di tutto rispetto e appagante! Gli amici soddisfatti ed io il doppio! Il Barbesino è una bella montagna ingiustamente trascurata, molto più abbordabile di quanto lascerebbero intendere i suoi dirupati fianchi. |
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