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PIZZO DEL DIAVOLO DI TENDA (2916 m) il 4 settembre 2016 Il Pizzo del Diavolo, denominato ‘Il Cervino della bergamasca’ per l’eleganza delle sue forme , è una delle montagne più famose e rappresentative delle Alpi Orobie.
Per questo l’ho assunta a montagna simbolo delle Orobie, rappresentando il suo elegante ed inconfondibile profilo nel logo di PieroWeb ( http://www.pieroweb.com/banner/bannerpieroweb/logomontagne1000.jpg )
L’ho ‘conquistato’, realizzando un sogno, nella mia prima salita nel settembre del 2011, Gli amici Prisca, Susi e Paolo, saliti con me per la prima volta al Diavolo di Malgina, esprimono il desiderio di salire in tempi brevi anche il Diavolo di Tenda, che non hanno mai salito. Detto fatto,accetto e l’occasione buona si presenta il 4 settembre 2016 e per me “...non c’è il due senza il tre!” Per me un gran bel ritorno, anche se mi richiede un buon impegno. Beh, io posso fare un po’ da ‘guida’, indicando i sentieri da percorrere e,loro , esperti anche in facile arrampicata, mi possono dare una mano nel tratto di salita finale, considerata AF (Alpinismo Facile), a salirla nel miglior modo possibile. Detto fatto. La mattina del 4 settembre 2016, saliti da Carona alla diga di Fregabolgia in jeep navetta (per poter fare la lunga escursione in una sola giornata), raggiunto il Rif. Calvi (2015 m), imbocchiamo il sentiero 225 (in direzione del Rif. Brunone), e scesi al sottostante Lago Rotondo, che contorniamo sulla sponda Ovest, proseguiamo fino a portarci nella Val Camisana. Percorrendo il sentiero, prima in leggera discesa, poi in moderata , attraversiamo il giovane Fiume Brembo, passando sul versante opposto della valle che risaliamo seguendo il percorso del Brembo che scende scrosciante dall’alto in pittoresche rapide e cascatelle. Dopo un nuovo attraversamento del torrente prima di arrivare al Laghetto del Passo di Valsecca (2300 m), sottostante al Pizzo Poris, giungiamo in un vasto pianoro , dominato a oriente dalle pareti rocciose del Monte Grabiasca, del Poris e del Diavolino, dove tra rivoli e minuscoli meandri prende corpo il Brembo, che ha le sue prime sorgenti proprio sulle alte pendici meridionali del Diavolo di Tenda. Attraversato il pianoro, lasciato il sentiero 225, seguiamo ora le indicazioni per la bocchetta di Podavit e il Pizzo del Diavolo (triangoli rossi su sfondo bianco) lungo un sentiero abbastanza evidente. L’ambiente , in cui affiorano rocce suggestive è spettacolare ! Sopra di noi si staglia maestoso il gruppo del Diavolo di Tenda, ricoperto a tratti in quota, da nuvole, col sottostante piccolo glacio-nevaio Diavolo di Tenda ovest, la cresta Baroni a dx e la cresta N-O a sx. Raggiunta la Bocchetta di Podavit (2624 m), dove siamo osservati dagli stambecchi, risaliamo con attenzione il lungo crestone roccioso (ben 300 m di dislivello), seguendo i numerosi bolli triangolari. Non siamo soli, salgono e scendono altri escursionisti alcuni dei quali mi riconoscono e ci scambiano , in equilibrio sulle rocce di salita, i saluti. Con Susi in testa che sceglie per noi il percorso bollato meno difficile, Paolo e Prisca in mezzo e il Piero in coda, intento ai suoi scatti fotografici, risaliamo il percorso di facile arrampicata prima su placchetta rocciosa e poi su rocce rotte , aiutandoci per quasi tutta l’impegnativa salita con le mani (alcuni passaggi di 1° e 2° grado). Raggiunta finalmente la vetta nel vertice della piramide del Pizzo del Diavolo di Tenda (2916 m), con caratteristico trespolo che sorregge una piccola croce, dalla cima , la più elevata della regione, ci godiamo una vista amplissima sulle Orobie ed anche sulle Alpi, ma solo a brevi tratti quando le nuvole si diradano un pochino. Felicissimi Prisca (con la bravissima cagnolina montagnina Stelina), Susi, Paolo, saliti per la prima volta, come pure il Piero che è ‘andato l’han mandato al Diavolo’ per la terza volta ! Dopo breve sosta di foto e ristoro, le nebbie vaganti ci inducono a scendere di quota. Scendiamo quindi con molta attenzione, rifacendo lo stesso percorso di salita fino alla Bocchetta di Podavit, da dove ci abbassiamo e sostiamo per il pranzetto vero e proprio al sacco accanto al ruscelletto del neonato Brembo con vista in Diavolo. Poi, seguendo passo passo il percorso di salita in senso inverso, rientriamo al Lago Rotondo sotto il Rif. Calvi, che non raggiungiamo, ma imbocchiamo a sx del lago il sentiero 208 e da lì scendiamo a Pra del Lac, dove sostiamo alla Malga Monaci, dove siamo accolti con grande ospitalità all’interno della baita. Quindi, seguendo la strada ENEL scendiamo a Carona PERCORSO: Carona-curvone (1150 m) > Rif. Calvi (2015 m) = possibile anche in jeep navetta fino alla diga del Lago di Fregabolgia (Ugo Midali cell. 3280424902) > Sentiero 225 > Bocchetta di Podavit (2624 m) > Pizzo del Diavolo di Tenda (2916 m) e ritorno sul medesimo percorso fino al Lago Rotondo del Calvi, poi > Sentiero 208 fino a Pra’ del Lac > Pagliari > Carona DIFFICOLTA’: - E fino alla Bocchetta di Podavit - EE, con tratti AF (Alpinismo Facile) dalla Bocchetta di Podavit alla vetta del Pizzo del Diavolo per circa 300 m di facile arrampicata, con molto frequente indispensabile uso delle mani DISLIVELLO: da Carona = Dislivello positivo 2155 m, perdita in elevazione -2156 (calcolato da GPS) dal Rif. Calvi = 900 m in salita al Diavolo, 1800 m circa dal Diavolo a Carona (calcolato manualmente) DISTANZA> Km 23,47 da Carona, Km 17 circa togliendo la salita in navetta ad Carona TEMPI: da Carona = 6 ore di salita, 4 di discesa dal Rif. Calvi =3/4 ore di salita (la salita-discesa impegnativa della cresta finale richiede tempo!) , 3 di discesa fino al Calvi + 2 dal Calvi a Carona Nostro cammino a piedi circa 8 ore ACQUA: presente fino alla Bocchetta di Podavit ATRREZZARTURA: Buoni scarponi – Consigliata corda per aiutare escursionisti poco sicuri nei passaggi impegnativi APPOGGI: - Rif. Calvi (2015 m) - Rif. Longo (2026 m) se si passa nel ritorno Vedi il servizio ’Sul Pizzo del Diavolo di Tenda, da rifugio a rifugio’ sul libro ‘I più bei sentieri della Lombardia Centrale’ di Piero Gritti e Sergio Papucci (Ed. Blu- Torino) alle pag. 165-168 |
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