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E’ la seconda volta che salgo al Rifugio Calvi in invernale solitaria.
La prima il 30 gennaio 2013.
Anche stavolta, decidendo all’ultimo momento, parto da solo la mattina di giovedì 12 marzo 2015, dopo essermi accertato che, annunciata una bellissima giornata non fredda, si può salire senza problemi anche per la traccia presente fatta nei giorni precedenti da escursionisti, ciaspolatori e sci-alpinisti. Parcheggiata l’auto appena sopra l’abitato di Carona (1100 m circa), percorso il tratto innevato della strada asfaltata , chiusa al traffico perché ricoperta di neve, giunto al ‘curvone’, mi incammino, sulla strada sterrata ENEL per la diga di Fregabolgia e il Rif. Calvi. Dopo breve sosta a curiosare e fotografare al piccolo borgo di Pagliari, dove il sole già rischiara e riscalda, seguo il sentiero tracciato nella neve sulla carrabile, superando in saliscendi alcune piccole slavine. La traccia è battuta, anche se il cammino è a tratti impegnativo per il fondo sconnesso e per evitare strisciate di neve ghiacciata, uscendo dalla traccia. Supero le cascate di Val Sambuzza ancora in piccola parte ghiacciate, la Baita Birone, fino a giungere a Lago del Prato , da dove proseguo per la diga di Fregabolgia, che raggiungo dopo tre ore di cammino da Carona, superando con attenzione, poco sopra Lago del prato, una grossa slavina di neve ghiacciata. Con altra mezz’ora di cammino calzando anche le ghette, sempre prestando attenzione sullo stretto sentiero tracciato nella neve sul ripido pendio del bacino del lago sottostante vuoto d’acqua, raggiungo il Rifugio Calvi (2015 m). Affondo un pochino a tratti nella neve, ma senza rimpiangere di non aver portato le ciaspole. Il cielo si mantiene terso di un blu intenso e splende un bel caldo sole, la luce è abbagliante Sosto per il pranzetto al sacco al rifugio in compagnia di due escursionisti di Brembilla. Mi attardo un bel po’ a scattare fotografie sulla conca del Calvi ed i suoi rinomati monti, ormai tutti saliti, come il Pizzo del Diavolo di Tenda, l’Aga, il Venina, il Masoni, il Grabiasca, il Poris, il Reseda, il Madonnino, il Cabianca, … Poi scendo con calma godendomi lo spettacolo della corona di monti della conca del Calvi illuminati dal sole tardo pomeridiano e , seguendo il percorso di salita, raggiungo Carona a tramonto inoltrato. PERCORSO INVERNALE (quantità e condizioni neve permettendo) = E , con scarponi invernali, ghette, (ciaspole e ramponi nel mio caso non necessari) = circa tre ore e mezza di salita e due ore e mezza di discesa = km 18 circa = dislivello 900 m circa. Il Rifugio Calvi, al centro di una splendida conca, è contornato da una serie di vette importanti, tra le quali la più significativa è il Pizzo del Diavolo di Tenda (mt. 2914),il 'Cervino delle Orobie', che, con la sua elegante mole piramidale, domina l'intero 'anfiteatro'. Il Rifugio costituisce un indispensabile punto d'appoggio per il 'Sentiero delle Orobie' ed è la base logistica del famoso 'Trofeo Parravicini', storica ed ambita gara di sci-alpinismo internazionale, che si svolge ogni anno verso la fine del mese di aprile. Rifugio è anche il punto di partenza per una serie di escursioni-ascensioni, nella bella stagione naturalmente, con impegno e difficoltà diversi... Particolarmente interessanti sono le escursioni, di modesto impegno ma di grande soddisfazione, alla scoperta dei piccoli laghetti che punteggiano l'intera zona: dal Lago Rotondo (m. 1972) a pochi passi dal rifugio, ai laghetti di Poris (m. 2176), al lago dei Curiosi (m. 2112), al lago Cabianca (m 2153), al nascosto lago Zelto (m. 2007)e a quello della Val dei Frati (m. 1934). |
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