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Anello Monte Zucco – Pizzo Cerro da S. Antonio Abbandonato l’11 febbraio 2016 Bel ritorno sui monti di casa ! PERCORSO per E, di circa 12 km in oltre 5 ore, appoggi ai Rf. GESP e I Lupi, se aperti. S. Antonio Abbandonato (987 m) > Sentiero 505 > Baita G.E.S.P. ai Foppi (1150 m) > Monte Zucco (1232 m) > Lungo sentiero per Roccolo Spadì – Rif. I Lupi – Pizzo Cerro (1285 m) > Sentiero 595 – Catremerio (988 m) > S. Antonio Abbandonato Stavolta sono solo, quindi decido per una escursione non impegnativa, vcina, sui monti di casa che da tempo non salgo. La scelta cade sull’anello Monte Zucco – Pizzo Cerro da S. Antonio Abbandonato, cime salite da tempo, ma separatamente. Bella giornata di sole giovedi 11 febbraio 2016. Raggiunto da Zogno S. Antonio Abbandonato (987m), percorrendo la comoda strada asfaltata, lascio l’auto nel nuovo parcheggio, da dove imbocco sulla destra il sentiero 505 in direzione Baita GESP – Foppi – Monte Zucco. Bello il sentiero-mulattiera, ben tenuto e con segnaletica da poco rinnovata, che corre tra boschi di prevalenti faggi e carpini neri, alternati a radure prative con casolari sparsi. Raggiungo la località Foppi , dove sorge il Rif. Baita G.E.S.P. (Gruppo Escursionisti San Pellegrino ) ai Foppi (1150 m) - una delle mete preferite dagli abitanti dei paesi vicini, che provengono da Zogno, da S. Pellegrino Terme o Brembilla - da dove, calpestando alcuni cm di neve, proseguo in falsopiano tra pittoresche radure prative. Al bivio d’incontro col sentiero che sale da San Pellegrino, in breve ma decisa salita, calpestando anche un po’ di neve, raggiungo la vetta del Monte Zucco (1232 m) dove sorge una croce di ferro di circa venti metri, progettata dall’arch.Alberto Fumagalli, realizzata con molta abilità dai Soci del G.E.S.P., utilizzando pezzi di traliccio elettrico. Accanto alla croce, è stata costruita, sempre dai Soci del GESP, una cappella in cemento con vetri di Murano a ricordo dei Sacerdoti di S. Pellegrino, mons. Lorenzo Dossi e don Giuseppe Falconi. Col cielo terso e buona visibilità, è spettacolare il panorama di vetta sulla sottostante, a picco, S. Pellegrino Terme e verso S. Giovanni Bianco, la media Valle Brembana e i suoi monti oggi innevati. Il pranzetto di vetta lo consumo sulle panchine in cemento accanto al vecchio Rif. GESP, godendomi il sole e il panorama. Poco dopo incontro Susi, salita nel primo pomeriggio col cane Nika. Con lei sosto in vetta per una pausa di relax e scendo al Rif. Baita G.E.S.P. ai Foppi (1150 m), dove, poco oltre, al bivio, Susi scende a S. Antonio A. per rientrare presto a casa, mentre io, che ho ancora quasi quattro ore a disposizione, continuo nell’anello programmato, prendendo il sentiero a dx in direzione Pizzo Cerro. Sentiero mai percorso prima, che si rivela più lungo del previsto, impegnandomi poco meno di due ore. Dopo un breve tratto in falsopiano, il sentiero, ricoperto da alcuni cm di neve, sale in traverso in decisa salita-discesa i versanti dei monti Zuccone (1262 m) e Corno dell’Arco (1268 m), per proseguire, sempre in salite e discese, traversi e falsopiani, su un sentiero tra boschi di prevalenti faggi anche secolari, che sembra non finisca mai, fino ad abbassarsi verso Catremerio e risalire alla località Crosnello e pervenire al bellissimo Roccolo dello Spadì (1153 m) , dopo aver agganciato il sentiero 595. (Penso d’aver sbagliato a qualche bivio, purtroppo senza segnaletica appropriata, e di essermi abbassato troppo su Catremerio, mentre dovevo stare più alto e proseguire in traverso sul versante rivolto a nord (verso Sussia di San Pellegrino) e raggiungere la cappelletta alla Forcella soprastante la località Crosnello e da qui passare in sul sentiero di raccordo alto al Roccolo dello Spadì). In decisa salita risalgo, su sentiero innevato, alla sella e linea di cresta tra Castel Regina e Pizzo Cerro e, raggiunto il Rif. ‘I Lupi’ (di Brembilla, 1250 m circa), sono ben presto alla vetta del Pizzo Cerro (1285 m), sulla cui panoramica cima sorge una bellissima cappelletta dedicata alla Madonna. Intanto il cielo imbrunisce e mi incammino sulla via del ritorno, scendendo di buon passo, agganciando al bivio il sentiero 595 e,passando al Roccolo, mi abbasso a Catremerio (988 m). Catremerio, splendido borgo rurale antico di montagna, adagiato tra verdi pascoli e folti boschi, sulle pendici del Monte Cerro, ricco di storia, gode di una pozizione invidiabile e soprattutto di una singolare architettura rustica delle su due contrade, “Catremer di là, dei Balos (furbi), e, oltre la Chiesa, Catremer di qua, di Sgarbui (avvocati). Qui, mentre posso ammirare un bel tramonto col sole che si abbassa sulla cresta del Linzone, attraverso la caratteristica antica piazzetta di ‘Catremerio di qua’ e m’intrattengo con un abitante del posto che gentilmente mi offre un passaggio in auto fino a S. Antonio Abbandonato, dove chiudo il bel giro ad anellio sui monti |
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