LE
ANTICHE CASE E LA LORO GENTE
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DEDICO
QUESTO LIBRETTO
ALLA GENTE DELLA MIA VALLE;
QUELLA CHE HO CONOSCIUTO NELLA MIA GIOVINEZZA,
CHE MI HA INSEGNATO IL DIALETTO
E CHE MI HA FATTO AMARE IL SUO MONDO, LA SUA STORIA E IL SUO SPIRITO,
ANCORA OGGI VIVO
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Le
antiche case delle nostre montagne nacquero in un tempo ormai
lontano, da uomini soli; nacquero solitarie nei luoghi dove si
poteva trovare da vivere per una famiglia.
Questi uomini cercavano un posto dove poter lavorare, dove ripararsi
dalle intemperie, dove dormire le ore del buio.
L’edificio nacque sopra un terreno acquistato, che diventava
la ‘sua terra’; intorno non c’era nessuno: solo
montagne, boschi, prati, sguardi lontani e cielo.
L’uomo solitario aveva in tal modo creato, comprando la
terra, il suo regno: aveva creato ciò che non aveva potuto
fare altrove, il suo potere e la sua libertà. Era pronto
per cominciare la lotta, da condurre con determinazione e da solo;
contro le avversità, le fatiche contro il male: ma soprattutto
contro le inclemenze della natura prodigiosa, per poter campare
con la sua gente. |
Il
suo modo di vita si adatterà all’ambiente e sarà
utile e duttile come fosse uno strumento di lavoro, buono per
ogni necessità. Il contadino imparerà a far molto
con le sue mani e saprà adattare la sua opera al luogo,
al clima e alle stagioni.
Dall’inizio seppe che avrebbe incontrato molte difficoltà;
ma nel momento stesso avvertì che quella nuova vita scorreva
con il suo sangue e che sarebbe andato assai lontano, pur senza
sapere dove.
Seppe che bisognava credere in se stesso, nella propria forza
e nell’aiuto di Dio.
Casa, terra, ambiente e uomo; la sua opera sarà diretta
a vincere le necessità, che la nuova esistenza veniva
creando; la soluzione delle improvvise difficoltà sarebbe
venuta dal mistero della sua mente, che era l’unica forza
a guidarlo per un cammino soltanto suo. |
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La
casa solitaria diventerà presto la culla degli avvenimenti
della sua famiglia; le stanze si animeranno di gente, di sentimenti,
di pensieri, di tempeste e di serenità.
Vita e morte si alterneranno all’interno di quei muri
insieme al tempo creatore e distruttore.
Il connubio tra l’uomo e la sua dimora, tra l’uomo
e la sua terra, acquisteranno duratura sostanza come gli eventi
naturali, le stagioni, la salute, il bene e il male: come la
vita e la morte.
Da quelle remote lontananze, dal momento dell’incerto
inizio, l’uomo visse e vive della terra e della casa
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- "Le antiche case e la loro gente", di Vittorio Polli,
fotografie di Renato Amaglio, edito dal Museo della Valle di
Zogno, Arti Grafiche Pinelli, 1999
La pubblicazione, di cui si consiglia vivamente la lettura,
fa comprendere il connubio tra l'uomo e la sua dimora, tra l'uomo
e la sua terra nella vita della gente d'un tempo nei borghi
antichi, storici , della Valle Brembana.
Il
libretto è disponibile nella sede del Museo della Valle
di Zogno e nelle Biblioteche della Valle.Bibliotecehe
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©2003
- Piero Gritti
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